UCCELLI

Quando abitavo ancora a Firenze, al mattino – anche un po’ tropo presto – ero svegliata dal canto melodioso dei merli. I loro gorgheggi erano un grazie alla vita, alla libertà. Più tardi e fino a sera i passerotti venivano sul balcone e chiedevano a gran voce il loro pasto di semini e biscotti.

A primavera i nidi sotto la grondaia di un palazzo accanto al mio si riempivano di rondini e cominciava la festa: i voli che intrecciavano nel cielo, il loro chiamarsi riempivano di gioia e quando alla fine dell’estate ripartivano per tornare nei paesi caldi si sentiva forte la loro mancanza.

Qui a Livorno, invece, il mio cielo è pieno di gabbiani.

I gabbiani sono esseri bellissimi, sono di un bianco che sembra abbia raccolto tutta la luce, hanno un corpo perfettamente aerodinamico e quando si alzano in volo le ali sono grandi, perfette, tagliano l’aria con uno sforzo minimo come se si lasciassero cullare dal vento che li sospinge.

Però… è bene guardarli da lontano perché per quanto sono belli altrettanto sono litigiosi e non si peritano di attaccare qualsiasi cosa che possa saziare la loro fame, persone comprese. Li ho visti litigare sulla terrazza di fronte al mio balcone, arrivando anche a ferirsi, soprattutto quando c’è in ballo una bella gabbianella…

Questa mattina, aprendo la finestra, c’erano questi due – babbo e figlio? –  che mi hanno dato il buongiorno e mi hanno riportato alla mente un episodio di qualche mese fa che ha fatto breccia nel mio cuore.

Una delle prime cose che faccio al mattino (la prima è il caffè) è spalancare la finestra e affacciarmi a salutare il mondo e ringraziare la vita che mi ha regalato un’altra giornata.

Da qualche giorno c’era un gran andirivieni su un tetto vicino.

Una mattina, girando lo sguardo, sul tetto ho visto una gabbianella (sono più piccole dei maschi) e dietro di lei, una piccola forma scura che la seguiva passo passo… Erano veramente deliziosi! Ogni tanto mi affacciavo per controllare come stavano, la gabbianella si allontanava solo per poco, probabilmente per prendere bocconi i per quel beccuccio affamato.

La mattina dopo un’altra sorpresa, nella notte si era aperto un altro uovo e c’era un pulcino minuscolo. A volte arrivava anche il babbo e si metteva un po’ in disparte a controllare che tutto andasse bene.

Mi sono affezionata a questa famigliola e speravo di poterla seguire fino a quando i piccoli avrebbero preso il volo! Mi stupisce vedere come crescono velocemente!

Qualche giorno dopo c’è stato un gran temporale, una violenta burrasca di acqua che mi ha fatto temere per loro, non ho visto più nessuno su quel tetto.

Oggi, vedendo questa coppia davanti alla mi finestra ho sperato che fossero venuti a rassicurarmi che era andato tutto bene…

Sapori e profumi livornesi

Quando d’estate le finestre sono aperte, verso metà pomeriggio dalla pizzeria sotto casa mi arrivano odori che stuzzicano le papille gustative e mi fanno venire voglia di qualcosa d’appetitoso.

Così qualche giorno fa ho chiesto se mi portavano un “5 e 5” con la melanzana e la sua immancabile bottiglina di spuma bionda.

Dopo il cacciucco credo che il 5 è 5 sia il piatto più consueto a Livorno, semplice, gustoso, veloce: un panino (dovrebbe essere il bolognesino ma io preferisco la schiacciatina più morbida) una fetta di torta di ceci (guai a chiamarla cecina se non vuoi essere più o meno gentilmente accompagnato fuori del negozio) una o due fette di melanzane sotto pesto (che col pesto ligure non hanno niente a che fare) e la spuma bionda… e ti senti un signore!

“5 e 5”, “cacciucco (con 5 c) …

…quanti nomi strani… ne cerco altri.

Al mattino, dopo un cappuccino a vela con pane, marmellata e burro

ti possono portare un frate caldo caldo, tutto zuccheroso…

A pranzo un antipastino di “acciughe alla po’era”

un cacciucco che lo mangi con gli occhi, le mani, la bocca e il cuore,

con un contorno di melanzane sotto pesto

o di scagliozzi

E per finire come dolce a novembre un “fruttino”

o – sotto Pasqua – le “sportelline”

per chiuder in bellezza con un bel “ponce” a vela, con la sua fettina di limone…

Io inizio il mio panino…buon appetito!

E’ partita la Signora…

La Regina ha lasciato Livorno ed ha ripreso il viaggio con il suo carico di giovani emozionati ed orgogliosi di iniziare il loro addestramento.

Ha salutato la città con la sua presenza indimenticabile al Palio Marinaro, davanti alla Terrazza Mascagni.

Era arrivata la mattina del 24 giugno.  

All’orizzonte erano apparsi gli alti e snelli alberi del veliero e le sirene del porto avevano iniziato a suonare per festeggiare il ritorno, come ogni anno a giugno, della Signora del mare, la meravigliosa Amerigo Vespucci!

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Ritorna, sbarcano gli allievi che hanno terminato il loro anno e imbarca i nuovi che hanno appena fatto il giuramento.

È un veliero che va anche a motore, ma quando spiega le sue vele quadrate sui tre alberi (ho imparato…si chiamano “Trinchetto”, “Maestra” e “Mezzana”) sembra che voglia prendere il volo.

È incredibilmente bella, lo scafo snello, il legno lucidato a specchio, le cromature che brillano al sole: anche se l’hai già vista tantissime volte non puoi fare a meno di fermarti ad ammirarla e magari, se riesci a trovare un posticino o se hai prenotato per tempo, puoi salire a visitarla.

Porta con estrema grazia i suoi 91 anni, una vera signora. Quando arriva i giovani marinai si arrampicano sui pennoni e gli alberi sembra che prendano vita!

E poi, quando si illumina dei colori della nostra bandiera…

Che dite, si capisce che ne sono innamorata?

19 giugno – festa del Corpus Domini

𝗦𝗶𝗼 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗶𝗹 𝗳𝗼𝗿𝗻𝗮𝗶𝗼

𝘃𝗼𝗿𝗿𝗲𝗶 𝗰𝘂𝗼𝗰𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗽𝗮𝗻𝗲

𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗱𝗮 𝘀𝗳𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲

𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮, 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗴𝗲𝗻𝘁𝗲

𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗵𝗮 𝗱𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗴𝗶𝗮𝗿𝗲.

𝗨𝗻 𝗽𝗮𝗻𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘀𝗼𝗹𝗲,

𝗱𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼, 𝗽𝗿𝗼𝗳𝘂𝗺𝗮𝘁𝗼

𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗹𝗲 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲.

𝗨𝗻 𝗽𝗮𝗻𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗶̀

𝘃𝗲𝗿𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲𝗿𝗼 𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗴𝗶𝗮𝗿𝗹𝗼

𝗱𝗮𝗹𝗹𝗜𝗻𝗱𝗶𝗮 𝗲 𝗱𝗮𝗹 𝗖𝗵𝗶𝗹𝗶̀

𝗶 𝗽𝗼𝘃𝗲𝗿𝗶, 𝗶 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗶,

𝗶 𝘃𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝘂𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗶𝗻𝗶.

𝗦𝗮𝗿𝗮̀ 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝗺𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮:

𝘂𝗻 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗳𝗮𝗺𝗲!

𝗜𝗹 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗯𝗲𝗹 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮!

Gɪᴀɴɴɪ Rᴏᴅᴀʀɪ

Memoria…

“La nostra voce, e quella dei nostri figli, devono servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi di innocenti. Bisogna sollevare quel manto di indifferenza che copre il dolore dei martiri! Il mio impegno, in questo senso, è un dovere verso i miei genitori, mio nonno, e tutti i miei zii. È un dovere verso i milioni di ebrei ‘passati per il camino’, gli zingari, figli di mille patrie e di nessuna, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere… I giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, è la storia oggi, si sta paurosamente ripetendo.”
(Elisa Springer)

Ciao Raffaella!

Sei stata e sei ancora tanto amata, e sono sicura che lo sarai sempre, indimenticabile compagna delle nostre serate televisive!

Assommavi in te bellezza, grazia, gentilezza ma anche determinazione, coraggio, spirito di sacrificio, una grande lezione di vita.

Mi piace pensarti così nel Cielo dove starai deliziando tutti con la tua bravura e la tua gioia di vivere, con questa delicata vignetta di Covino 204

Al termine del giorno

E chiudo questa giornata con i pensieri che mi hanno accompagnato dal mattino:

a San Giuseppe che ha insegnato il lavoro al Figlio di Dio

e a Maria a cui è dedicato questo mese di maggio.

E termino con le parole del Sommo Poeta Dante:

Vergine Madre, figlia del tuo figlio
Umile ed alta più che creatura
Termine fisso d’eterno consiglio. Tu sei colei che l’umana natura
Nobilitasti sì, che il suo fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore
Per lo cui caldo ne l’eterna pace
Così è germinato questo fiore. Qui sei a noi meridiana face
Di caritate, e giuso, intra i mortali
Sei di speranza fontana vivace. Donna, sei tanto grande e tanto vali
Che qual vuoi grazia e a te non ricorre
Sua disianza vuol volar sanz’ali. La tua benignità non pur soccorre
A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate
In te magnificenza, in te s’aduna
Quantunque in creatura è di bontade
Amen

1° MAGGIO

Articolo 1 della Costituzione della Repubblica italiana, la nostra legge fondamentale: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro

Articolo 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”

Articolo 35: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni…”.

 ……….

Articolo 36: “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Potremmo essere faro di giustizia per il mondo…

Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro…